Il mondo della ristorazione apre le porte all’innovazione: il Metaverso è la nuova frontiera dell’arte culinaria
È davvero possibile creare un connubio tra il Metaverso ed un primo piatto? Ciò che all’apparenza potrebbe sembrare inverosimile corrisponde, tuttavia, alla realtà. Il mondo della ristorazione, al pari di numerosi settori – dal commercio alla sanità, dal turismo all’industria, passando per la formazione – sta man mano virando verso le nuove opportunità legate all’era dell’innovazione digitale.
Un comparto fondamentale, specialmente per il Paese Italia, il cui valore – secondo i dati del 2022 raccolti nel Rapporto Ristorazione – è stimato in 43,5 miliardi di euro, in netta risalita da circa un anno mezzo, dopo la crisi turbolenta dovuta al lungo periodo pandemico; tuttavia, è doveroso constatare le svariate difficoltà di chi opera nel ramo, indagando sulle cause che hanno portato – e portano – ad un’impasse costante che contempla, in media, il fallimento del 70% delle attività da uno a cinque anni.
Come da principi scientifici, se non addirittura socio-filosofici, ad ogni causa corrisponde un effetto, che nel nostro caso assume le sembianze della tecnologia VRO: in che modo la stessa può risultare fondamentale affinché il campo della ristorazione possa, finalmente, sperimentare una svolta definitiva? In primis, si pensi allo straordinario apporto che fornirebbe in ottica marketing e comunicazione; grazie all’ausilio del Metaverso muterebbe sia la business strategy che lo storytelling: la brand identity aziendale subirebbe un tanto prezioso quanto utile restyling e, di conseguenza, l’attività ne gioverebbe in termini di visibilità, reputazione e massimizzazione del profitto.
L’impiego di ogni singola potenzialità del Metaverso comporta anche lo studio di trend, interessi e gusti della clientela, e la chiara assenza dell’esperienza sensoriale in prima persona fa sì che il settore cooking debba necessariamente escogitare nuove metodologie attrattive: da qui si fa largo l’opzione virtual food tour, alternativa in grado di trasportare il cliente-utente nell’intrigante mondo culinario che, sommata alla tradizionale prova enogastronomica all’interno di una struttura, fonde in un unico concetto il futuro della ristorazione.
La tecnologia VRO, tra le altre cose, può rivelarsi utile anche per orientare un’attività ad ampliare il proprio raggio d’azione, ritoccando il piano engagement attraverso una serie di iniziative specifiche: mediante strumenti di realtà virtuale ed aumentata, il cliente potrà immergersi in uno spazio dedicato, ad esempio, alla ricerca di un coupon promozionale, di un codice sconto, di un evento mirato o di un game show a tema culinario, magari contenuto all’interno di un più ampio programma fedeltà.
Uno scenario che può rappresentare una grande opportunità anche per realtà affini come quella enologica: si pensi all’enorme potenzialità di allargare il proprio business facendo visitare cantine, vigneti e/o strutture che custodiscono al loro interno dei veri e propri gioielli della cultura vinicola, specialmente quella nostrana; lo stesso iter che potrebbero seguire le brigate di cucina, in grado di guidare, attraverso un visore, i clienti più esigenti e desiderosi di scoprire i segreti di un piatto e della sua meticolosa preparazione, sfruttando eventualmente gli NFTs, fattori che attestano in via ufficiale la proprietà di un elemento digitale e che stanno silenziosamente rivoluzionando il mondo del commercio.
A questo proposito, l’esempio calzante è quello di Pringles, celebre marchio di snack salati riconducibile all’universo Kellogg’s Company, che nel 2021 tramite un’accurata strategia di marketing, ha ideato le patatine al gusto “Crypto” (CryptoCrisp): attraverso l’utilizzo di NFTs, l’azienda ha messo all’asta 50 tubi dorati della nota pietanza – formato virtuale – firmati dall’artista Vasya Kolotusha; una nuova versione che non avremo mai il piacere di degustare, ma che andrà ad arricchire la bacheca dei collezionisti: una serie di cimeli in edizione limitata, unici, digitalizzati e non replicabili in alcun modo, raccolti all’interno di una Blockchain, registro simbolo della trasparenza che permette a chiunque di scoprire a chi è effettivamente riconducibile la proprietà del token. Nota a margine: come prevedibile, il solo annuncio dell’iniziativa ha fatto registrare migliaia di click e visite alla piattaforma del brand.
In buona sostanza, quello tra Metaverso e ristorazione, è un binomio straordinario, con delle enormi potenzialità e che ci conferma due aspetti: 1) la fusione imminente tra alta cucina e principi fondamentali della tecnologia VRO e 2) l’erronea opinione diffusa sul Metaverso stesso, innovazione non sostitutiva, bensì aggiuntiva. Esso, infatti, deve essere considerato come una sorta di estensione delle pratiche tradizionali, una ramificazione di internet e della comunicazione a servizio di un’attività, di un’azienda o di un ente; un comparto a sé, capace di rinnovare l’immagine, riformare metodi e regole, nonché far evolvere sistemi troppo ancorati al passato.
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